Controllo a distanza di lavoratori, pc e smartphone: l’ok del Jobs Act

18 Giugno 2015 | Autore:
Controllo a distanza di lavoratori, pc e smartphone: l’ok del Jobs Act

Pc, badge e smartphone aziendali potranno essere utilizzati per controllare i dipendenti ma resta più rigido il ricorso alle telecamere: ecco le novità che stanno per essere approvate.

 

I datori potranno legittimamente controllare a distanza i lavoratori mediante pc, smartphone, badge e altri dispositivi elettronici. Più vincolato resta il ricorso a telecamere e impianti audiovisivi.

Si tratta delle novità contenute nel decreto attuativo del Jobs Act, per il quale si attende l‘iter di approvazione parlamentare.

Il progetto di riforma contenuto nel citato decreto modifica la norma dello Statuto dei Lavoratori [2] che attualmente vieta, salvo casi eccezionali e sempre previa autorizzazione sindacale, l’utilizzo di strumenti di controllo a distanza dei lavoratori.

Al fine di adeguare le misure aziendali al nuovo contesto tecnologico, si inverte il dettato normativo per generalizzare l’uso di dispositivi elettronici di controllo, ritenuto legittimo a determinate condizioni. Come dire che il controllo non è più “vietato” salvo casi eccezionali, bensì “liberalizzato” salvo casi eccezionali.

Più precisamente si dà via libera a smartphone, pc, badge e altri dispositivi elettronici aziendali che possono rilevare i dati dei dipendenti che li utilizzano. L’uso dei dati può avvenire solo per ragioni strettamente connesse al rapporto di lavoro.

Il ricorso a tali strumenti non necessita più di autorizzazione sindacale o della direzione territoriale del lavoro. È però indispensabile che gli strumenti di controllo vengano utilizzati per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale.

Deve poi essere assicurato il rispetto del Codice della Privacy e la tutela della riservatezza dei dipendenti prevenendola da inutili e illegittime invasioni.

Inoltre, il datore di lavoro potrà utilizzare i dati dei dipendenti (rilevati tramite gli strumenti elettronici) solo per ragioni inerenti il rapporto di lavoro e soltanto qualora abbia preventivamente informato gli stessi sulla presenza dei dispositivi di controllo e sulle loro modalità di utilizzo.

La riforma del Jobs Act non incide sui rigidi vincoli imposti all’installazione di telecamere e altri strumenti audiovisivi. Questi ultimi sono generalmente vietati, a meno che non sussistano particolari motivi organizzativi, produttivi o di sicurezza e comunque previo accordo sindacale o richiesta alla Direzione Territoriale del Lavoro.

Dunque, secondo il nuovo decreto, bisogna distinguere tra:

dispositivi elettronici che il dipendente utilizza per le proprie prestazioni lavorative (pc, smartphone, cartellino di accesso): questi sarebbero legittimi strumenti di controllo e prelievo di dati personali senza necessità di autorizzazione sindacale ma comunque nel rispetto di determinate condizioni;

telecamere e impianti simili: questi restano strumenti troppo invasivi e pertanto necessiterebbero di condizioni più rigide e accordo/autorizzazione sindacale.

I sindacati, che per effetto della riforma si vedrebbero privati dei poteri di contrattazione e tutela dei dipendenti nel campo dei dispositivi elettronici, hanno già manifestato la loro opposizione alle novità descritte, in quanto troppo favorevoli per i datori e lesive dei diritti dei lavoratori.

Essi intendono sentire sull’argomento il parere del Garante della Privacy. Ma forse una risposta del Garante già c’è ed è contenuta, a riprova della delicatezza della questione, in un recentissimo interessante vademecum sulle regole di tutela della privacy dei dipendenti pubblici e privati (per approfondimento vedi “Privacy dei dipendenti pubblici e privati: le regole previste dal Garante”).

L’orientamento che ne emerge è quello secondo cui i controlli sui lavoratori (tramite monitoraggio internet, apparecchiature di lavoro, pc ecc.) sono legittimi se effettuati per motivi organizzativi o di sicurezza e nel rispetto dei principi di pertinenza e non eccedenza.

 

Restiamo ora in attesa del parere del Parlamento.

note

[1] Art. 23 del decreto Jobs Act sulle semplificazioni approvato l’11.6.15.

[2] Art. 4 Statuto dei Lavoratori.

Autore immagine: 123rf com

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1 Commento

  1. Spero che questi controlli vengano adottati anche verso i Parlamentari ,se dobbiamo rispettare delle regole,è giusto che ci siano dei buoni esempi da chi ci governa e decide come gestire le nostre vite,ormai ci controllano dai capelli sino all’unghia dei piedi…la nostra vita in realtà non è la nostra vita !!!

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