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Norme tecniche di prevenzione incendi, la reazione e la resistenza al fuoco

Come ho già riferito, l’allegato 1 del Decreto del Ministero dell’interno 3 agosto 2015 contiene le norme tecniche di prevenzione incendi.

La sezione S del documento, Strategia antincendio, si occupa, fra l’altro della reazione al fuoco, della resistenza al fuoco, della compartimentazione e dell’esodo, nell’ambito della gestione della sicurezza antincendio.

È su questi argomenti che fermeremo la nostra attenzione nei prossimi articoli della Rubrica, sviluppando alcuni aspetti della Sezione.

La reazione al fuoco è una misura di “protezione passiva con principali effetti nella fase della prima propagazione dell’incendio”. La misura ha per obiettivo il limitare dell’innesco dei materiali e la propagazione dell’incendio. “La reazione si riferisce al comportamento al fuoco dei materiali delle strutture nelle effettive condizioni finali di applicazione, con particolare riguardo di partecipazione all’incendio che i materiali manifestano in condizioni standardizzate di prova”.

Da qui l’opportunità di elencare, in un’apposita tabella presentata nell’allegato, i livelli di prestazione per la reazione al fuoco (stabilita in relazione a come i materiali contribuiscono all’incendio).

Da qui anche l’esigenza di definire le soluzioni progettuali da attivare per ciascun livello di prestazione dei materiali e quindi l’opportunità di classificare, da questo punto di vista, i materiali secondo gruppi omogenei, classificazione anch’essa presente nella sezione dell’allegato.

Della resistenza al fuoco si parla nel capitolo 2 della sezione S. La premessa. “La finalità della resistenza al fuoco è quella di garantire la capacità portante delle strutture in con dizioni di incendio… e la capacità di compartimentazione, per un tempo minimo necessario al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e di prevenzione incendi”.

Anche qui vengono illustrati i livelli di prestazione delle strutture, come anche l’indicazione delle soluzioni progettuali rapportate aai livelli di prestazione.

Una sottosezione del capitolo illustra le verifiche delle prestazioni di resistenza al fuoco “con incendi convenzionali di progetto” e “con curve naturali di incendi”.

Dei criteri di progettazione strutturale in caso di incendi si occupa la sottosezione S.2.8. Uno dei criteri generali è quello della “capacità del sistema strutturale in caso di incendio” che si determina sulla base della capacità portante propria degli elementi strutturali singoli, di porzioni di struttura o dell’intero sistema costruttivo, comprese le condizioni di carico e di vincolo, tenendo conto della eventuale presenza di materiale di protezione.

In altre sottosezioni l’esame è rivolto agli “elementi strutturali secondari, alle strutture vulnerabili in condizioni di incendio (tipici esempi sono, fra gli altri, le strutture in lega di alluminio, gli allestimenti temporanei in tubo e giunto, i tunnel mobili…)

Il punto S.2.9 descrive le procedure per il calcolo di carico di incendio specifico di progetto (a parte, vengono trattate le strutture in legno).

Continua venerdì 11 settembre 2015: compartimento e sistema esodo

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In GU il testo unico prevenzione incendi 

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